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Quella dell’investigatore è senza dubbio una delle figure più affascinanti e insieme apprezzate dal grande pubblico delle ultime generazioni, poiché è un personaggio che cerca di capire la realtà interpretando gli indizi per giungere a una ricostruzione plausibile dei fatti accaduti relativi a un crimine. L’investigatore è una figura confortante poiché è in grado di ristabilire l’ordine nella società a partire dal disordine creato dal crimine. Come ricorda Umberto Eco, il romanzo poliziesco rappresenta una storia di congettura allo stato puro, non diversamente da una diagnosi medica o da una ricerca scientifica. La figura dell’investigatore nasce nell’Ottocento in letteratura, ad opera di uno dei più geniali autori nordamericani: Edgar Allan Poe. A partire da allora molti altri si sono cimentati in questo genere dallo statuto ibrido, da Conan Doyle a Agatha Christie, da Simenon agli autori della corrente hard boiled nordamericana degli anni Trenta fino agli autori postmoderni come Borges, Dürrenmatt, Gadda, Eco, Sciascia e Auster. Noi cercheremo di analizzare, attraverso alcuni autori esemplificativi a cavallo tra Ottocento e Novecento, come la figura dell’investigatore non sia rimasta sempre uguale, ma si sia modificata gradualmente adattandosi ai nuovi tempi e alle profonde modificazioni che il pensiero dell’uomo ha subito negli ultimi due secoli.

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