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Il mito classico è un grande racconto, paradossale, affascinante, fantastico, ma anche utile a rappresentare in modo efficace i temi centrali dell’etica civile, della politica, della cultura, della scienza, tanto che i più grandi miti (Medea, Edipo, Antigone, solo per fare qualche esempio) hanno continuato a essere studiati, ri-narrati e dotati di nuovi significati anche nei secoli successivi alla scomparsa del mondo greco-romano, fino ai giorni nostri. Il nostro tempo non sa ancora fare a meno di quelle voci antiche e, nelle forme di espressione più ancorate alla contemporaneità (romanzo, poesia, cinema, graphic novel, pubblicità e altro), più spesso di quanto non si creda, riutilizza il mito classico, rimodellandolo non solo nei suoi contenuti, ma anche nelle forme, per raccontare in modo iperbolico, ma retoricamente efficace la propria storia e le proprie storie. Altrimenti perché mai il cinema giapponese, per parlare della crisi culturale nipponica del dopo Hiroshima, avrebbe sentito l’esigenza di riscrivere Edipo re? oppure perché mai i fratelli Coen avrebbero scelto di raccontare l’America della Grande Depressione attraverso uno stravolgimento quasi comico dell’Odissea? infine perché mai il teatro balcanico degli anni Novanta del secolo scorso avrebbe dato forma artistica alla grande tragedia della ex- Jugoslavia disegnando nuovi volti della Medea di Euripide?

Location: Caffe del TeatroCorso Giuseppe Garibaldi, 88, 61029 Urbino PU