Il progetto

 

Come fosse un ‘cantiere della memoria’, dove ricerche e materiali entrano in progress, questo spazio, organizzato in distinte campiture, si dispone ad accogliere nel corso di un anno, sotto l’egida del nostro Rettore e del Prorettorato allo Sviluppo di Partenariati Strategici Nazionali e Internazionali, gli esiti di lavoro di un progetto internazionale ideato e coordinato da Tiziana Mattioli, e dedicato a Carlo Bo nel ventennale della sua scomparsa.

Nei percorsi compresi sotto il titolo: Urbinate per sempre. Architetture della luce e dello spirito il rapporto tra l’uomo Bo e la sua  “città dell’anima” vi è centrale, come ogni parola narrata e ogni sguardo sulla realtà fisica e metafisica di questi luoghi. E centrale è l’idea che Bo ha coltivato, di un Ateneo ispirato alla irrinunciabile e viva eredità dello spirito e del rinascimento federiciano. 

Negli spazi dell’indagine, voci, immagini, parole, progetti, saranno occasioni di risonanza e di ricerca, a partire dalle nostre realtà accademiche e di alta formazione, sino a comprendere varie istituzioni universitarie d’oltreoceano, per le quali tutte Urbino si accampa come simbolo, come città ideale, come modello che Carlo Bo ha saputo e voluto  coniugare al presente.

Le letture

Ispirata da: Urbinate per sempre – il discorso tenuto da Carlo Bo nella città feltresca dopo la sua nomina a Senatore a vita: lettura che il Rettore Giorgio Calcagnini, in apertura dell’anno di celebrazioni, ha dedicato a tutti gli studenti dell’Ateneo – questa prima sezione del progetto propone, con cadenza mensile e attraverso la voce di intellettuali e amici in ogni modo legati alla città ideale, le pagine che Carlo Bo ha scritto per Urbino e per le grandi figure di artisti e scrittori che ne hanno deciso la civiltà, con le quali del resto Bo ha intrattenuto un dialogo ininterrotto.

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I partner 

Lo specchio dell’origine

Tra gli scritti di grande divulgazione, nati in collaborazione con importanti fotografi, quelli dedicati da Carlo Bo alla propria terra d’origine, e a quella d’elezione, si offrono a noi come i più numerosi e i più profondi, e appunto raccontati quasi intimamente come si trattasse di rintracciare quasi una doppia radice, una doppia nascita.

Per suggellare il legame naturale e ideale tra questi luoghi duplicemente necessari, e condividere le celebrazioni del ventennale, la mostraCarlo Bo, Il Palazzo Ducale. Parole e immagini nelle stanze, attiva in Urbino presso Palazzo Passionei, e fruibile sino alla fine di giugno (online o in presenza in ragione dei decreti ministeriali per la pandemia) si trasferirà nell’estate, e nella sua completezza – che consiste di immagini, letture, pubblicazioni – grazie alla sensibile accoglienza del Sindaco Valentina Ghio, a Sestri Levante, nel cuore della non dimenticata infanzia.

Aderisce a questa sezione di ricerca: il Comune di Sestri Levante.

I teatri di Palazzo Ducale. Un racconto possibile

Per offrire agli studenti del Biennio di Fotografia – Diploma Accademico di secondo livello – dell’Istituto Superiore per le Industrie Artistiche di Urbino l’occasione di misurarsi, in dialogo consapevole, con la realtà monumentale più significativa e pregnante della città: il Palazzo Ducale, interrogandolo fotograficamente secondo prospettive metaforiche – e in un certo senso metafisiche – in continuità con la ricerca nata nell’interrogazione della pagina di Carlo Bo che ha dato vita alla mostraCarlo Bo, Il Palazzo Ducale. Parole e immagini nelle stanze, si è proposta, nell’ambito del corso del Professor Paolo Semprucci, sulla scorta di immagini comunque generate da quel primo dialogo, una lezione tenuta da Tiziana Mattioli su significative, ma anche ideali o ipotetiche ‘letture’ che il tessuto urbano della città montefeltresca intrattiene col suo ‘personaggio-principe’ che è appunto il Palazzo Ducale, indagato nelle sue preesistenze, e così nel tempo della sua edificazione e nelle varie sue sopravvivenze, nel presente.

Proposta nel mese di marzo 2021, la lezione trova qui la sua piena formalizzazione, in parola e in fotografia.

Architettura scritta. Spazio narrato e parole ‘costruite’

In questo ambito di ricerca si farà riferimento a quella ‘stratificazione’ di letture che, nel Novecento, sono state date del Palazzo Ducale di Urbino: dalle molte pagine di Carlo Bo, sino, à rebours, a quelle di Luigi Serra, di Pasquale Rotondi, ovvero di scrittori e artisti che abbiano pienamente vissuto il palazzo e la città, come Bruno da Osimo, Bruno Ceci, Francesco Carnevali; come Paolo Volponi, Vincenzo Cardarelli, Valerio Volpini etc.

Saranno, queste, occasioni d’incontro per giungere ad esiti di scrittura critica o creativa che verranno presentati in lettura, e quindi pubblicati in digitale e/o in cartaceo.

Una specifica sezione, con le medesime finalità, verrà riservata alle scritture rinascimentali che del palazzo hanno fatto propria la scena.

Sul versante didattico, e in considerazione del fatto che il testo Il Palazzo Ducale di Urbino. Una visione aperta e libera, ha avuto solamente traduzioni in francese, sono ipotizzabili traduzioni in inglese e in spagnolo, come esercitazione scolastica.

Aderiscono a questa sezione di ricerca:
Denise Caterinacci, Senior Instructor of Italian – Case Western University, Cleveland; Simone Dubrovic, Full Professor – Kenyon College di Gambier, Ohio; Marco Faini, Marie Sklodowska Curie Fellow – Università Ca’ Foscari di Venezia; Paola Ugolini, Associate Professor – University at Buffalo, AMAT -Associazione Marchigiana Attività Teatrali.

Simone Dubrovic — Letture novecentesche del Palazzo Ducale (per il futuro)

Marco Faini — Un balletto dopo la fine, o quando Erminia giunse a Palazzo Ducale

Paola Ugolini – “Mi venne un dì pensier di gir lontano”

Il museo nascosto

Ci sono luoghi del Palazzo Ducale, di questo organismo vitale che era il palazzo nella sua origine che, nati come spazi di servizio, per la loro austera e scabra nudità, per l’incredibile sistema di vuoti e pieni che richiamano le più note architetture romane, si offrono oggi a suggestive ipotesi espositive quasi fossero un incrocio di linguaggi, o addirittura uno scontro con l’estrema contemporaneità.

Nel giuoco di queste antitesi si costruirà un’esperienza didattica, rivolta agli studenti di architettura di San Antonio (Texas) che hanno una loro sede in Urbino, per valutare e proporre, tra soluzioni architettoniche, design ed espressioni musicali, ipotesi di fruizione degli spazi ipogei quali luoghi espositivi di collezioni d’arte – immaginate in virtuale- che muovendo dai testi di Carlo Bo sul Palazzo Ducale sappiano ricostruire i suoi dialoghi metafisici sull’architettura tenuti, tra il silenzio e l’intesa, con Giancarlo De Carlo.

Aderiscono a questa sezione di ricerca:
Monica Mazzolani, MTA Associati – Giancarlo De Carlo Associati; Antonio Troisi, MTA Associati – Giancarlo De Carlo Associati; John Murphy, Dean of the College of Architecture Construction and Planning – University of Texas at San Antonio; Curtis Fish – University of Texas at San Antonio; Darryl Ohlenbusch – University of Texas at San Antonio.