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I modelli neoclassici tradizionali dipingono un individuo che prende le decisioni di rilevanza economica (e non solo) impiegando il massimo della razionalità possibile e sfruttando al meglio le informazioni a disposizione. Il meccanismo decisionale di questo genere di individuo, privo di emozioni ed eccellente calcolatore, è perfettamente rappresentato dagli strumenti matematici dell’ottimizzazione (statica, dinamica, libera o vincolata). In poche parole, dati i suoi vincoli e le sue conoscenze, l’individuo effettuerà la scelta che massimizza la sua utilità, o utilità attesa in regime di incertezza.

A partire dagli anni 70 e dagli studi degli psicologi israeliani Daniel Kahneman e Amos Tversky, anche in economia si è cominciato a comprendere che gli individui non sono così freddi e razionali ma sono spesso preda delle emozioni e le loro decisioni non sempre conducono al risultato ottimo. Il risultato principale di questo filone di letteratura che prende il nome di Economia Comportamentale, è che le deviazioni dal comportamento razionale sono sistematiche e regolari, quindi prevedibili. Questo non elimina dalla cassetta degli attrezzi degli economisti gli strumenti matematici, ma anzi chiama in causa strumenti e tecniche diverse da quelle dell’ottimizzazione. In questa lezioni si mostrerà come la matematica possa contribuire a modellizzare e a comprendere le conseguenze delle decisioni economiche di individui limitatamente razionali e imperfetti.


  • Lezione tenuta da: Fabio Tramontana, Università Cattolica di Milano
  • Sede: Dipartimento di Economia, Società, Politica, Palazzo Brandani Battiferri – Via Saffi, 42, Urbino; Aula Magna – https://goo.gl/maps/FQWMEWbnUC22
  • Orario: 15.15 – 17.15

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